User Manual
67
Selezionando Single Speed nella finestra di dialogo delle impostazioni significa che
il segnale in uscita sarà sempre tra 32 kHz e 48 kHz. Se la frequenza di
campionamento è 96 kHz e 192 kHz, il word clock in uscita sarà 48 kHz.
Il segnale word clock ricevuto può essere distribuito ad altre periferiche utilizzando
l’uscita word clock out. In questo modo possiamo evitare i classici adattatori a T e
la Fireface 400 agisce anche come Signal Refresher. Raccomandiamo caldamente
questo tipo di utilizzo in quanto:
• ingresso e uscita sono perfettamente in fase (0°) e “loccati” tra di loro
• SteadyClock rimuove quasi tutti gli effetti di jitter dal segnale in ingresso
• L’ingresso eccezionale (1 Vpp di sensibilità invece di 2.5 Vpp, dc cut, Signal
Adaptation Circuit) e in più SteadyClock garantiscono un funzionamento sicuro
anche con segnali di word clock molto critici.
Grazie all’ingresso a bassa impedenza e protetto contro cortocircuiti, la Fireface
offre 4 Vpp a 75 Ohm. In caso di terminazione errata con 2 x 75 Ohm (37.5 Ohm)
rimangono comunque 3.3 VPP in uscita.
30.2 Descrizione tecnica ed utilizzo
In dominio analogico tutte le attrezzature si possono collegare tra di loro, una
sincronizzazione non è necessaria. L’audio digitale è diverso. Utilizza un clock, la
frequenza di campionamento. Il segnale può essere processato e trasmesso
soltanto se tutte le attrezzature dividono lo stesso clock. In caso contrario, il
segnale sarà soggetto a campioni errati, distorsioni, ‘crackle’ e ‘drop out’.
I formati AES/EBU, SPDIF ed ADAT portano un segnale di clock proprio (self-
clocking) ed una connessione di clock esterno non è necessaria. Però quando si
usa più di una periferica contemporaneamente i problemi sorgono. Ad esempio
non funzionerà un sistema ‘self-clocking’ in una situazione in ‘loop’ se non c’è un
‘master’ (main clock) all’interno di questo ‘loop’. Inoltre il clock di tutte le
attrezzature collegate deve essere sincrono. Questo è spesso impossibile con
attrezzature che sono limitate alla riproduzione, come ad esempio dei lettori CD in
quanto hanno ingressi SPDIF però non possono usare la tecnica di self clocking
come clock di riferimento.
In uno studio digitale, la sincronizzazione avviene collegando tutte le attrezzature
ad una sorgente di sync centrale. Ad esempio il mixer è il master ed invia un
segnale di riferimento, il word clock, a tutte le altre attrezzature. Ovviamente tutto
questo funziona soltanto se tutte le altre periferiche dispongono di un ingresso di
word clock o di sync e sono quindi in grado di funzionare come slave (alcuni lettori
CD professionali hanno infatti un ingresso word clock). A questo punto tutte le
periferiche ricevono lo stesso clock e possono funzionare in qualsiasi combinazione