User Manual

Prova
al .300 Winchester magnum, mentre l’arma
della nostra prova è la più piccola della fami-
glia centerfire, denominata 1770D Walnut
classic meister grade calibro .223 Reming-
ton e contraddistinta dal calcio venatorio
di foggia “americana” e canna semipesante.
È un’elegante e raffinata carabina con mec-
canica di nuovo disegno contraddistinta
dall’insolita canna che, di fatto, ne fa un’in-
telligente via di mezzo tra un’arma Varmint
e una pratica carabina per la caccia nostrana.
Ma che senso può avere un fucile da caccia
in calibro .223 Remington? Be’, a parte le
bizzarre idee della Commissione consultiva,
tale calibro, seppur inizialmente destinato
a “bipedi ostili”, ha mostrato più volte di
essere a proprio agio in ambiti venatori per
prede come i nocivi o i corvidi oppure per
insidiare volpi, tetraonidi e, con palle
idonee, anche per la caccia di selezione al
capriolo entro i 150-200 metri. Oltre a ciò,
il .223 Remington può vantare un’encomia-
bile costanza di rendimento e un’invidiabile
economia di gestione o di ricarica. In mani
giuste, può regalare ottime soddisfazioni
nel tiro di precisione anche a distanze
importanti.
LA MECCANICA
È piuttosto tradizionale ma non priva di
soluzioni progettuali di rilievo. Di primo
acchito, l’estetica mostra un certo family
feeling con i modelli 1516 e 1517, a causa
del perno tondo di guida del tappo dell’ot-
turatore ma l’interno dell’azione palesa una
propria anima, derivante da un progetto
autonomo. In passato, infatti, per i modelli
1730 e 1740, Anschütz scelse meccaniche
largamente ispirate dalle carabine a fuoco
anulare che, anche se strutturalmente ade-
guate ai calibri impiegati, attualmente risul-
terebbero fuori moda e fuori mercato.
La meccanica della nuova carabina, invece,
è dimensionata in modo proporzionato al
calibro, per cui non si tratta di un’azione
nata per il .308 Winchester semplicemente
munita di canna e otturatore calibro .223,
come fanno la maggior parte dei fabbri-
canti, ma al contrario di un’azione riservata
ai calibri intermedi. I tecnici Anschütz hanno
quindi preferito intraprendere una via corag-
giosa, impegnandosi nella produzione di
una piattaforma ad hoc che, a conti fatti,
rende la 1770D una piacevole miniatura di
armi standard in cui si fonde il freddo design
delle armi da tiro con un’armonica linea
venatoria. La meccanica della 1770 vanta
un castello del diametro di 30 mm ricavato
per asportazione di materiale e un ottura-
tore in acciaio inox con ben 6 alette frontali
di chiusura, disposte in due file di tre a 120°.
Una siffatta chiusura risulta forse eccessiva
per gestire il .223 Remington, ma proba-
bilmente, in testa ai tecnici Anschütz, vi era
anche l’idea di creare una nuova piattaforma
già strutturata per future evoluzioni, even-
tualmente in grado di digerire calibri inter-
medi di buona potenza come il l’ottimo
6,8x43 (6,8 Remington Spc) o le varie muni-
zioni derivate dal bossolo del 7,62x39.
L’estrattore è scorrevole sul tenone coman-
dato da una lunga molla a filo e l’espulsore
è a pistoncino. La testa dell’otturatore è
separata dal resto del corpo, ma è a esso
fissata tramite una spina elastica. La manetta
d’armamento non è molto lunga ma,
essendo appropriatamente inclinata e van-
tando un comodo pomolo sferico, offre
ottime garanzie nell’impiego. Il tutto è figlio
della natura stessa dell’arma e risponde alla
necessità di disporre di un buon compro-
messo tra la facile manovrabilità dell’ottu-
ratore quando l’arma è sul rest e uno scarso
indice d’impigliamento durante l’eventuale
uso venatorio.
Di grande pregio è la presenza
sulla manetta di una sferetta
caricata a molla, regola-
bile tramite un grano
filettato, la quale ha la
funzione di azzerare gli
eventuali giochi tra
otturatore e fusto in
modo da migliorare la
stabilità durante il tiro,
annullando ogni vibra-
zione a carico del “cate-
naccio”. Grazie a ciò,
anche scattando in bianco
con camera di cartuccia vuota
non si avverte alcuna vibrazione.
L’angolo d’apertura è di 60 gradi il che,
unito alla corsa piuttosto corta e fluida
dell’otturatore, garantisce fulminee ripeti-
zioni del colpo. Grazie alla struttura dell’ot-
turatore, che vede il corpo di diametro pari
alle alette di chiusura, la sede di scorrimento
nel fusto è perfettamente circolare garan-
tendo, in tal modo, l’assenza di giochi noto-
riamente forieri di fastidiosi impuntamenti
in fase di chiusura.
Anche se il tutto mostra una teutonica
razionalità, è pur vero che lo svincolo
dell’otturatore dal fusto risulta eccessiva-
fucili a canna rigata | Anschütz 1770D Walnut classic meister grade calibro .223 Remington
Il corpo otturatore ha lo stesso
diametro dell’estremità
esterna delle alette di chiusura.
Sulla sommità
dell’azione, la slitta
di 11 millimetri
e i fori filettati, protetti
da grani, per
l’installazione di ottiche
di puntamento.
La volata misura 18
millimetri, ha quindi
un profilo semipesante
intermedio tra le
carabine venatorie “dure
e pure” e le Varmint.
L’otturatore è dimensionato ad hoc per il calibro.
La chiusura è assicurata da sei
alette frontali, in due serie di tre a 120 gradi.